Un S.O.S. alimentare al giorno, con 422 allerte per prodotti stranieri in cui sono stati rilevate sostanze nocive (e proibite) che vanno dagli inquinanti microbiologici alle micotossine, dai pesticidi proibiti in Italia a diossine, coloranti e additivi non ammessi dalle nostre normative. E in un numero di casi vicino al 60%, la situazione riguarda prodotti in arrivo da Paesi extra-UE: la ricerca condotta da Coldiretti su dati RASFF (il Rapid Alert System for Food and Feed dell’Unione Europea) aggiornati al 1° aprile 2024 parla chiaro: la situazione – i dati sono stati diffusi in occasione della mobilitazione di 10.000 agricoltori al Brennero contro l’invasione di prodotti alimentari stranieri, troppo spesso spacciati per italiani – è disastrosa.
Frutta e verdura gli alimenti più a rischio
Al primo posto per numero di segnalazioni, frutta e verdura sono al primo posto per numero di segnalazioni, con il 30% del totale. Nel calderone, come segnala Coldiretti, ci sono i pistacchi turchi e iraniani con alti livelli di aflatossine, le carote dall’Egitto con tracce di Linuron (pesticida vietato in Europa), i fagioli all’occhio del Madagascar e i fagioli del Bangladesh con residui di Chlorpirifos - bandito in Ue perché sospettato di danneggiare il cervello dei bambini. I frutti di bosco congelati – già al centro di polemiche per casi di epatite A – hanno fatto registrare, quando proveniente da Germania e Serbia, la presenza di Norovirus, mentre la principale Organizzazione di imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo (un milione e mezzo gli associati) segnala che neanche il succo d’arancia congelato è sicuro, dato che in quello in arrivo dall’Iran sono stati rilevati residui di Propiconazole, sostanza anch’essa vietata. E se i fichi secchi turchi, diffusissimi sulle nostre tavole natalizie, hanno mostrato la presenza di aflatossine, i peperoncini piccanti in arrivo dal Kenia hanno mostrato anch’essi pesticidi vietati.
Attenzione a pesce e carne
“Medaglia d’argento” delle segnalazioni negative – ne totalizza 107 -, il pesce. Nel mirino, secondo le analisi di Coldiretti, ostriche francesi e olandesi contaminate dal norovirus, seppie surgelate albanesi contenenti cadmio, pesce spada e tonno dalla Spagna contenenti mercurio oltre i limiti consentiti, e filetti di merluzzo surgelato in arrivo dalla Cina contaminati da salmonella, rilevata anche nelle super-diffuse (e sempre surgelate) cozze cilene.
E non da meno, sempre sul fronte salmonella, sono le carni: sul banco degli imputati, da questo punto di vista, sono finite non solo le cosce di rane cinesi e turche, ma anche più insospettabili carni di pollo e di tacchino in arrivo da Spagna, Olanda e Polonia.
Cereali sospetti e spezie sotto esame
Quarti classificati nel cahiers de doléances Coldiretti i cereali, con segnalazioni che riguardano in modo quasi esclusivo il riso in arrivo dal Pakistan, per la presenza di aflatossine e pesticidi vietati; al quinto, le spezie, dove figurano il peperoncino dello Sri Lanka contenente aflatossine, l’origano turco che mostra un alto tasso di tossine naturali, il già citato peperoncino cinese contaminato dalla salmonella e il cumino dall’India con tracce di pesticidi vietati.
“E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro agli alimenti, sia italiani che stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute – ha commentato il presidente Coldiretti Ettore Prandini – Chiediamo dunque l’applicazione del principio della reciprocità, ovvero stesse regole uguali per tutti, a partire dai fattori di produzione. Basti pensare all’uso dei pesticidi: un quarto di quelli usati negli Stati Uniti risulta vietato nella Ue, e le percentuali salgono se si tengono in conto i Paesi del Sudamerica. E’ assurdo che noi continuiamo a importare cibi prodotti con sostanze che in Europa sono vietate da decenni”.