Secondo i dati delle Nazioni Unite (The State of Food Security and Nutrition in the World), oltre un miliardo di bambine e donne in tutto il mondo oggi soffre di denutrizione, il che ha naturalmente effetti dannosi su ogni aspetto dell’esistenza, a partire dalla salute. Il problema è in costante aumento: se oggi le donne e le bambine che soffrono la fame sono 150 milioni in più rispetto agli uomini e ai bambini, infatti, nell’intervallo tra 2009 e 2021 il divario di genere nell'insicurezza alimentare è raddoppiato, e solo tra 2020 e 2022 l’aumento di donne e bambine acutamente malnutrite in 12 Paesi colpiti dalla crisi alimentare globale è stato pari al 25%. A dirlo sono i numeri raccolti da Azione contro la Fame, che da oltre 40 anni si occupa di fame nel mondo, convinta che promuovere l'emancipazione economica delle donne sia fondamentale per affrontare la fame. “Questo – si legge in un documento diffuso dall’organizzazione internazionale - richiede l'adozione di un approccio di genere trasformativo, che preveda un migliore accesso delle donne alle informazioni tecniche e alle risorse produttive, e il rafforzamento del loro empowerment sociale, in modo da consentire loro di assumere ruoli di leadership nella gestione delle cooperative, delle risorse comunitarie e dei consigli idrici, tradizionalmente dominati dagli uomini”.
Nel Rapporto Gender Nutrition Gap, presentato nei giorni scorsi, la proposta riguarda otto aree d’intervento prioritarie. E ai primi posti, naturalmente, figurano le aree correlate a salute e sanità:
1. Salute materna, neonatale e infantile. Raddoppiare gli interventi nutrizionali all'interno dei servizi di salute materna.
2. Istruzione, sanità e assistenza sociale. Sostenere le donne e le ragazze all’interno dei sistemi di assistenza sociale, incorporando interventi critici per prevenire, individuare e trattare la malnutrizione.
3. Norme sociali. Attuare politiche e programmi di trasformazione per affrontare le cause profonde delle disuguaglianze di genere.
4. Correggere i fallimenti dei sistemi alimentari. Educare all'importanza di una dieta sana e proteggere i consumatori da pratiche di marketing dannose attraverso la regolamentazione.
5. Protezione sociale. Ampliare le funzioni dei sistemi di protezione sociale per la nutrizione e l'emancipazione economica di donne e ragazze.
6. Crisi umanitarie. Dare priorità alla nutrizione di donne e bambine nelle risposte umanitarie.
7. Economia della cura non retribuita. Riconoscere, ridurre e ridistribuire adeguatamente il lavoro di cura e domestico non retribuito.
8. Dati e accountability. Colmare le vaste lacune di dati sull'alimentazione delle donne e delle bambine, investendo in sistemi di raccolta regolare di dati per migliorare la trasparenza, il processo decisionale, le azioni e l’accountability per l'alimentazione di donne e bambine.
Il divario nutrizionale, ricorda l’Organizzazione, ha un impatto sulla salute e sull'economia di migliaia di donne e ragazze, mentre la prevalenza di donne tra le persone che soffrono di insicurezza alimentare è legata alla negazione di diritti fondamentali come il diritto alla proprietà della terra, l'accesso a un lavoro dignitoso, all'istruzione e ai servizi sanitari. Un esempio lampante è costituito dall’acqua. Avere acqua pulita per coltivare o dissetarsi è inaccessibile a 844 milioni di persone nel mondo. Anche andare in un bagno sicuro non è un'opzione per 2,3 milioni di persone e ogni anno circa 4 milioni di persone muoiono per malattie legate all'acqua e ai servizi igienici. Le donne e le ragazze hanno il compito di percorrere lunghe distanze a piedi per andare a prendere l'acqua per le loro famiglie e i loro campi: lungo il percorso sono esposte a violenze e abusi, mentre il 50% delle bambine che in Africa abbandonano la scuola primaria, lo fa a causa della mancanza di latrine private.
Con questo report, Azione Contro la Fame lancia un appello ai decisori pubblici a livello globale, regionale e nazionale perché intraprendano azioni concrete in favore di una corretta nutrizione per le donne e le bambine, come elemento fondamentale per la salute e l’uguaglianza di genere.
Anche la fame è donna: raddoppiato dal 2009 il divario di genere
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