L’obesità? Un’ autentica epidemia, cui ieri – 4 marzo – come ogni anno dal 2015 per iniziativa della World Obesity Federation, è stata dedicata la Giornata Mondiale dell’Obesità, che ha lo scopo di sensibilizzare cittadini e istituzioni, incoraggiando la prevenzione ed evitando discriminazioni, pregiudizi e l’uso di un linguaggio stigmatizzante sulle persone che vivono questa condizione.

I numeri, del resto, parlano chiaro: oggi gli obesi nel mondo sono 800 milioni e nel 2035, secondo le stime, saranno 1,9 miliardi, con un interessamento alla patologia del 25% della popolazione mondiale e un impatto economico stimato in 4,32 trilioni di euro. Sono i numeri allarmanti di un’emergenza presente anche nel nostro Paese: secondo i dati Istat presentati a ottobre durante il 5° Italian Obesity Barometer Summit, infatti, nel 2022 in Italia la percentuale di adulti con sovrappeso e obesità, pari al 46,3 %, è tornata ai livelli pre-pandemia, (con il COVID si era raggiunto il picco del 47,6 %). Tuttavia, è solo il numero di persone con sovrappeso ad essere sceso, tanto che gli obesi sono invece passati dal 10,9 % del 2019 all’11,4 % del 2022, con un picco del 12 per cento nel 2021.

Altri dati interessanti sul nostro Paese riguardano il fatto che solo il 17,2 per cento della popolazione di 3 anni e più, in Italia, dichiara di consumare almeno quattro porzioni di frutta o verdura al giorno, mentre oltre 21 milioni di persone, ovvero il 37,2 % della popolazione di 3 anni e più, dichiarano di non praticare né sport né attività fisica, con marcate differenze di genere: è sedentario il 40,6 % delle donne contro il 33,6 % degli uomini, mentre il 59,1 % delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga in realtà abbastanza attività fisica.

Per tentare di contrastare questa tendenza, individuando una roadmap virtuosa di obiettivi, è stato steso il “Manifesto per il contrasto all’obesità, come malattia cronica da affrontare in maniera sinergica multidisciplinare e olistica, libera da pregiudizi, stigma e discriminazione”, realizzato dall’Italian Obesity Network e sottoscritto da oltre 20 organizzazioni rappresentative del mondo medico-scientifico, delle istituzioni e dei pazienti. Presentato ieri in Senato, il documento è approdato sul tavolo di lavoro dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. Sul tema esiste già proposta di legge, attualmente in discussione in Commissione XII, che dovrebbe approdare presto in Aula per l’approvazione.

Il Manifesto rappresenta un aggiornamento del precedente, approvato e sottoscritto nel 2018, che si prefiggeva quattro obiettivi principali: dare priorità all’obesità come malattia non trasmissibile (NCD); costruire un’alfabetizzazione sanitaria; ottimizzare le strategie di prevenzione; migliorare i servizi alla persona con obesità.

Il White Paper “The Need for a Strategic, System-wide Approach to Obesity Care”, pubblicato da OPEN, Obesity Policy Engagement Network sempre in occasione di questa Giornata Mondiale e presentato in Senato, evidenzia gli ostacoli alla diagnosi, al trattamento e alla gestione dell’obesità, le lacune che permangono e le carenze sul fronte della ricerca e dei finanziamenti. Il White Paper sottolinea anche alcune azioni, ritenute prioritarie, tra cui compaiono “colmare le attuali lacune nell'istruzione e nella ricerca per promuovere interventi politici adeguati e linee guida standardizzate” e “condurre analisi dei costi nazionali per misurare il peso economico della cura dell'obesità, affinché i governi possano attingere a questi dati per implementare nuove opzioni politiche e modificare le strategie esistenti per affrontare questa malattia”.

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