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Per 9 donne su 10 over 45 dormire bene è un problema. A dirlo è una ricerca presentata dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere (ONDA) in apertura del secondo congresso nazionale dell’Osservatorio dal titolo “La donna e la coppia dopo l’età fertile. La salute che cambia: prevenzione, stili di vita, fragilità” che si è tenuto il 19 e 20 settembre a Milano.

L’indagine è stata condotta da Elma Research su un campione di 300 individui, 150 donne e 150 uomini, di età compresa fra i 45 e i 65 anni, con un livello di istruzione medio-alto.

Ma quale è la percezione del sonno? Secondo il 90% degli intervistati il sonno è decisamente importante nella vita delle persone ma solo il 9% pensa che dormire bene sia una pratica facile. Il 50% del campione ritiene necessarie e salutari almeno 8 ore di riposo per notte anche se, di fatto, l’83% dichiara di dormire al massimo 7 ore, con il 16% che ne dorme al massimo 5.

Secondo gli intervistati, un sonno di qualità può essere essenzialmente descritto come un sonno continuativo, senza risvegli notturni. I dati mostrano che 4 intervistati su 5 soffrono o hanno sofferto di disturbi del sonno. I principali disturbi del sonno sono rappresentati da un sonno agitato e con risvegli notturni frequenti nonché la difficoltà ad addormentarsi.

I disturbi del sonno sono percepiti come gravi e abbastanza diffusi dagli intervistati tuttavia solo una minoranza dichiara di temerli e si sente personalmente esposto al rischio di svilupparli.

Tra le diverse cause alla base dei disturbi del sonno sono lo stress mentale e i traumi subìti sono considerati i principali fattori scatenanti, a seguire la stanchezza fisica e uno stile di vita non adeguato e non regolare.

In particolare, stress mentale e traumi sono le cause principali per l’83% del campione, stili di vita e alimentazione non adeguati per il 79%; stanchezza fisica per il 76% ma anche malattie per il 56% e menopausa e invecchiamento per il 42%.

Le conseguenze di un cattivo sonno possono essere di diverso tipo: psichiche per il 98% degli intervistati che si manifestano con nervosismo e irritabilità, cattivo umore, difficoltà a concentrarsi e ad apprendere nuove nozioni; fisiche per l’83% degli intervistati, quali stanchezza fisica e mancanza di energia. Per il 41% ci sono anche conseguenze a livello relazionale: isolamento e scarsa voglia di stare in compagnia di altre persone.

Ma qual è l’impatto dei disturbi respiratorio del sonno sulla qualità di vita? Due intervistati su tre ritengono che tali disturbi abbiano un pesante impatto poiché vanno a incidere oltre che sull’umore (68%), anche sul lavoro (55%) e la vita familiare.

Nonostante ciò il 70% ritiene che queste problematiche possano essere risolte e che in caso di disturbi gravi e frequenti si rivolgerebbe non tanto a uno specialista quanto al medico di medicina generale.

Dalla fotografia scattata dall’Osservatorio risulta molto scarso il livello di informazione in merito ai disturbi respiratori del sonno: solo il 12% degli intervistati ritiene di essere bene informato, prevalentemente attraverso i media e non attraverso canali medico-scientifici.

"Dall'indagine emerge anche che la parte femminile del campione valorizza maggiormente l'importanza del sonno e più degli uomini ritiene che sia alla base del benessere della persona", afferma Luigi Ferini Strambi, primario dell'UO Neurologia-Centro del Sonno, IRCCS San Raffaele Turro e Università Vita-Salute San Raffaele, Milano.

Dalla ricerca emerge infatti una differenza fra i generi: le donne valorizzano maggiormente il sonno, sono più sensibili alla tematica relativa ai disturbi respiratori a questo associati e ne sono più colpite. Infatti, l’87% delle intervistate lamenta di avere questo problema rispetto al 67% del campione maschile.

Le donne inoltre riconoscono nello stress mentale e nei pensieri negativi, nonché nella menopausa, le principali cause dei loro disturbi del sonno, più degli uomini che al contrario li imputano a cause circostanziate quali l’alimentazione pesante.

"Quanto affermato dalle donne è, in effetti, in linea con i dati scientifici secondo i quali l'insonnia è 1,5 volte più comune in loro rispetto agli uomini e questo valore tende ad aumentare dopo i 65 anni", prosegue Ferini Strambi. "Questo dato è in parte spiegato da una più marcata riduzione della secrezione di melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-veglia, nelle donne rispetto agli uomini con l’avanzare degli anni. L’aumentata prevalenza di insonnia in questa fascia d’età è dovuta anche al fatto che in menopausa si registra la riduzione di progesterone, che ha un effetto sedativo e riduce i microrisvegli infra-sonno. Inoltre, è noto che la depressione sia uno dei più importanti fattori scatenanti dell’insonnia cronica; non stupisce quindi che l’insonnia tenda a cronicizzare più frequentemente nella donna che è colpita dalla depressione in maniera doppia rispetto agli uomini”.

Una cattiva qualità del sonno è anche correlata a un maggior rischio di sviluppare patologie metaboliche come il diabete. A spiegarlo è stato Stefano Genovese, responsabile dell’Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano. “Oltre ad avere importanti conseguenze sul piano psichico e di mancanza di energie, l'alterazione dell'orologio biologico del nostro corpo per deprivazione di sonno anche parziale, ma ripetuta nel tempo o la compromissione della qualità del sonno, aumenta la probabilità di alcune malattie e questo è molto evidente per patologie metaboliche come il diabete di tipo 2 e l'obesità” ha spiegato l’esperto.

Stefano Genovese spiega questa relazione.  “Il sonno - spiega Genovese - influenza il modo in cui il nostro corpo processa il glucosio e dormire poco è associato ad alterazioni di alcuni ormoni che regolano l'appetito e che influenzano l'apporto calorico".

Insomma, la ricerca dimostra in maniera evidente come il sonno giochi un ruolo importante nella nostra vita condizionandone non solo la qualità ma anche il livello di benessere.

Redazione Respiro.News

 

 

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