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Carla Guiducci, 60 anni, sposata, per anni top manager per una griffe a Honk Kong, ora tornata a Milano, racconta l'esperienza di chi accudisce il padre malato di tumore e in cura presso l'Istituto Tumori di Milano.

"Quando siamo venuti qui la prima  volta era novembre, mio padre Carlo Alberto si è ricoverato per essere operato. Ma dopo una settimana di accertamenti cure attenzioni gentilezza ed umanità, ci hanno comunicato, con quella semplicità che solo le grandi persone oneste sanno avere, che non si poteva operare, ma che le probabilità di vita erano alte nonostante la metastasi al cervello".

"Avrebbe fatto radioterapia e poi trattamento di immunoterapia, abbiamo festeggiato in un bel ristorante. Dicembre è  passato  veloce, analisi risonanze tac e via andare, quasi ogni giorno venivamo qui eravamo come di casa perché così ti fanno sentire i dottori gli infermieri gli operatori sanitari i volontari della LILT ed anche le ragazze e i ragazzi del bar  che sembra  ti riconoscono quando la ‘crudina’ te la fanno già appena calda".

"Poi è arrivato gennaio e qui ci siamo tornati d’urgenza: sospette lesioni al cervello. Di fatto papà non stava più in piedi era caduto due volte, ma davvero lui voleva vivere ancora un po’ e tornare al mare. E  di nuovo eccola qui la professionalità incredibilmente gentile con il paziente, la pazienza con i parenti, una dedizione unica un’attenzione ai minimi dettagli degli infermieri un’oasi di serenità. Ce l’hanno messa tutta, ma ora mentre scrivo siamo qui all’Hospice Virgilio Fiorani, alti e bassi per mio padre, cadute e riprese. Non sappiamo se riuscirà a rivedere il mare".

"Allora io voglio raccontare questa storia perché il rispetto degli anziani e l’immensa umanità che ho vissuto insieme a mio padre in questi mesi,  qui all’Istituto nazionale dei tumori di Milano deve essere condivisa, perché l’eccellenza di questo ospedale  sta nella moltitudine di donne e uomini che lavorano ogni giorno con una passione pazzesca nella ricerca nella cura, ma ancora una volta lo ripeto con una immensa umanità. E vorrei che questa piccola testimonianza possa essere un momento di  riflessione per essere semplicemente tutti più gentili e umani e saper  dare un sorriso e una speranza è già  moltissimo per chi ha 85 anni,  perché  la vita è bella a qualsiasi età per chi come mio padre l’ama con semplicità".

Fonte: https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2020/02/12/limmensa-umanita-dellistituto-tumori/?fbclid=IwAR31XU9YrDeTfzOnjJbS8PlUoKrl3BxF2uqWyFB_zWQxVZW7lJIUS4yYv5I

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